"Acqua privata? No Grazie!" antologia in versi a cura di Marco Cinque

Non è propriamente un “best seller” o “evergreen”, ma purtroppo questo è un argomento che tiene banco anche quando non viene menzionato direttamente:

“Acqua privata? No grazie!”

Questo, dunque, il titolo dell’antologia a cura di Marco Cinque, che raccoglie poesie e fotografie di autori nazionali e internazionali, contro la privatizzazione dell’acqua e in difesa di un bene primario; una specie di dialogo usando linguaggi artistici, un confronto, quasi a voler sbattere sotto gli occhi del lettore quelle verità che tutti sappiamo, ma evitiamo, con molta maestria, di affrontare. È stato chiesto agli autori che hanno aderito all’antologia, di mettere insieme poesie e scatti che facciano riflettere sul tema, che richiama il titolo, “acqua privata”.

Il risultato è stato senza dubbio sconvolgente, sicuramente perché a causa della diversa sensibilità di ogni artista, i partecipanti hanno deposto la propria tessera (ahimè, tagliente…) così da far diventare questo mosaico sempre più nitido anche se muto, agli occhi di chi riesce a guardare senza distogliere lo sguardo; non da ultimo, però, perché l’acqua è davvero una necessità e non può assolutamente diventare privata, sarebbe un disordine di priorità troppo esagerato da sopportare.

In questa antologia sono intervenuti autori come Fabio Barcellandi, Stefania Battistella, Alessandra Bava, Ferruccio Brugnaro, Giancarlo Cavallo, Marco Cinque, Beppe Costa, Javier Heraud, Jack Hirschman, Gabriel Impaglione, Maria Jatosti, Ivo Machado, Dario Santoro, John Claude Smith, Alessandro Spinazzi, Zingonia Zingone.

Intervallano le poesie scatti fotografici di Corrado Corradini, Marco Cinque, Geoff Ward, Bruna Di Pietrantonio, Giampaolo Santi, Antonio Ruiz.

Lascio ora la parola ad alcuni dei poeti sopra citati:

Stefania Battistella

FABIO BARCELLANDI

Come acqua III

l’odio non ha odore
eppure io lo respiro
il sangue che gronda
e mi toglie il fiato

l’odio non ha colore
eppure io lo vedo
il sangue che gronda
e mi priva della vista

l’odio non fa rumore
eppure io lo sento
il sangue che gronda
e mi sento sordo

l’odio non ha sapore
eppure io lo assaporo
il sangue che gronda
e mi affama

l’odio non ha forma
eppure io lo percepisco
il sangue che gronda
e fa di me una salma

l’odio
come acqua
è inodore
è incolore
è indifferente
è insapore
è informe
è

vita finché nel suo alveo
corre
altrimenti
è morte
se fuori da te
scorre


ALESSANDRA BAVA

Sete

Di chi è l’acqua
che zampilla dalla
fontana sulla
piazzetta romana?

È nostra.
È tua. È mia, ma non la loro.

Di chi è l’acqua
che sgorga dai
rubinetti di
questa casa?

È tua.
È mia. È nostra, ma non la loro.

Di chi è l’acqua
che scivola lenta
da questi occhi
stanchi?

È mia.
È tua. È nostra, ma non la loro.

Ho sete.

Ma, come te
e al contrario di loro,
non di denaro.

Ho sete.

Di un mondo migliore
dove nessuno si arroghi
il diritto di possedere
l’acqua altrui.

Ho sete.

Pertanto,
fareste bene ad ascoltarmi.
Questa acqua è la nostra acqua.
Giù le mani!


MARCO CINQUE

Il prezzo dell’acqua

acqua
molto più
ancor prima di prima
un diritto ancestrale infangato

acqua
di popoli ultimi
ultimi in tutto meno
che nell’essere ancora umani

acqua
di vampiri planetari assetati
che privatizzano la sete altrui
dai loro vertici, dai telegiornali
dalle loro limousine che
sbandano passando sui corpi
dei loro stessi figli quotato in borsa

e sanciscono il possesso dei bisogni
brevettando diritti primari
dal cuore ribelle di città blindate

e mettono un’etichetta, un prezzo
su tutto, e toccherà pure all’aria
se non possiamo bere non potremo
respirare senza il loro consenso

acqua
è una quota insostenibile
debito malefico della stupidità
di moderni Sansone che stavolta
hanno colonne liquide tra le mani

sarà il supremo supplizio
di ogni forma di sacra esistenza
una pena di morte inflitta alla ragione
condanna globale sul patibolo dei profitti

e sarai bendata, acqua
davanti a plotoni d’esecuzione
di governi corrotti e corruttori

loro ti vogliono uccidere
e ucciderci, lo dobbiamo impedire
in ogni modo, costi pure quel poco
di sensato che resta di noi

non possiamo venderti
non possiamo comprarti
sei il sangue limpido di nostra madre
il seme celeste di nostro padre

acqua, che ti vorrei libera
persino dal bicchiere, qui
sulle mie labbra che ormai
faticano persino a pronunciarti

acqua.


GIANCARLO CAVALLO

Angelo Srl

Ruberai la mia sete
e le mie labbra
e con le mie lacrime
adornerai la tua gola
conoscerai le segrete
vie dell’acqua
nel tuo volo notturno
tra terrore e fango
ti nutrirai del sangue
del monte dei pegni
nei tuoi occhi magnetici
trappole e trucchi magici
per circuire gli stupidi
ammirerai le tue
ali abbaglianti riflesse
nei palazzi di vetro delle Borse
mentre i profitti volano

Ma tu vorrai di più:
l’aria che respiriamo
il sole che ci scalda
i sospiri degli innamorati
le molteplici caleidoscopiche
facce della paura

Miseramente precipiterai
nello strapiombo del tuo
stesso abisso
quando milioni di voci
all’unisono pronunceranno
la formula magica
vade retro, vade retro Satana!

Berlino-Salerno, 15-10.09.2010


JACK HIRSCHMAN

Oil Water

Acqua oleosa, un torrente d’oro
che ha ucciso lavoratori, animali.
Attraversa la frontiera. Scava un Buco.
Arizona, perché hai così freddo?

Lacrime negli occhi della gente di Detroit:
l’unica acqua non privatizzata.
Cittadino di Motown Louis Joe:
è tutto al contrario, non lo sapevi?

In 35mila ne sono deprivati, si
rifiutano di mandare le loro figlie
a prostituirsi per due penny, ed urlano:
Auqca, Auqca al contrario

Gridano: Acqua! L’acqua un giorno
affonderà questo sistema nauseante sistema di bocche
menzognere riempite di denaro, le nostre pinze
entreranno nei loro musi, strapperanno tutti

i denti marci dalle loro bocche,
poi le sistemeranno su tubi
dove il torrente di quella brodaglia di
profitti sarà infine tappato,

e i ladri delle compagnie, i saccheggiatori
assoluti di ciò che è decente nella vita
gozzoviglieranno fino ad annegare,
e tutti a Detroit, New Orleans

e anche a Cleveland alzerannoi calici
pieni di semplice acca-due-o, e brinderanno
e canteranno, poiché nessun lavello o vasca
ne sarà sprovvista, La Canzone dell’Acqua:

Agua! Acqua! Eau! Wasser! Voda!
Hallelujah, la Natura è di nuovo naturale!


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