A proposito della 41° edizione del Festival Internazionale città di Ostia -di Beppe Costa-


Com’era prevedibile (sta davvero diventando una vita noiosa, per chi, come me, prevede troppo spesso ciò che accade), del Premio Internazionale città di Ostia, si è parlato e scritto, unicamente perché fra i premiati c’era un artista non gradito a chi di arte non sa nulla. D’altro canto da tempo di arte nel nostro paese non si sa quasi nulla (bisogna chiederlo forse ai giapponesi che in file silenziose affollano mostre e musei).
I mass media, o minimi, hanno avuto occasione di parlarne (per 60 secondi nel TG1 di notte fonda e alla fine, citando Cecchini, d’Eusanio e Cucuzza). Con tutto il mio dovuto rispetto per loro, quando mai la RAI non si occupa che di se stessa?
Sono lontani i tempi quando era possibile vedere e ascoltare non solo Claudio Villa ma anche Luigi Tenco, un chitarrista come Alirio Diaz e il più straordinario dei cantautori Enzo Jannacci.
Erano tempi di una sola rete, d’un solo canale ma dov’era possibile imparare qualcosa.

Premio al regista Claudio Fragasso
Così che gli sforzi durati 50 anni del presidente dell’associazione Anco Marzio, Tonino Colloca (in questo caso) ricevono qualche riga di giornale e quei 60 secondi di TG limitati ad un evento che ha visto premiato“anche” uno dei più attenti registi alle cose italiane Claudio Fragasso, un giovanissimo imprenditore come Leonardo Del Grosso, le attrici Manuela Morabito, Barbara Lay, Mirko Polisano col solito libro scomodo che ci riporta alle situazioni (ormai ignorate pressoché da tutti dell’Afganistan) ed altri, tanti altri, per non parlar di me.

Qualcuno poi, senza esserci stato, naturalmente, e senza avere neanche letto, accusa i premiati di essere fascisti e\o mafiosi e, questi qualcuno leggo sono o sarebbero del partito che fa capo a Vendola, uno dei più colti ed educati fra i nostri politici.
Certo la cultura non si divide più in destra e sinistra, anzi non si divide più per niente: va scovata negli angoli sperduti della terra.
Così come negli anni scorsi, malgrado si siano premiati poeti come Franco Loi, Giovanna Mulas, attori come Vittorio Gassman o Ubaldo Lay e Arnoldo Foà, ha fatto parlare ancora una volta di un certo Licio Gelli (per la poesia scritta, non per la vita condotta) ma non ha fatto parlare neanche per Bertinotti (anche lui, come “i soliti noti” sanno, di destra.)
Il fatto è che chiunque faccia qualcosa fuori dai percorsi è messo all’indice (per non parlar di me) lo scorso anno il festival di Sassari – Ottobre in Poesia – s’è arricchito di qualche giornale in più, grazie al fatto che uno dei poeti ospiti (io) arrivando era stato coinvolto in un incidente spettacolare. Quindi la notizia c’era ed io esistevo (finalmente).
Tonino Colloca col dott. Domenico Mazzullo
Ora la grande parte delle manifestazioni culturali, quali la sagra della salsiccia, la corsa delle biciclette, la mostra del carciofo, in bocca ricevono prebende e contributi, mentre la Poesia (di cui molti si fregiano e succulenti si sfregano le mani) in genere quando la si propone, viene surclassata da altre presenze: ricordo la più fotografata al Premio Latina: una bella donna con scoperte cosce in prima fila è stata fra le più fotografate, mentre non mi ritrovo neanche una foto di Dario Bellezza o di Ruggero Orlando.

Scribacchini e pennivendoli al solito sono pronti a soffocare e annegare la qualità e allora con tracotanza ci narrano della loro ignoranza, ben consci di conoscere ciò che loro stessi (televisione e giornali) propongono da 30 anni.
Così è che la cultura la insegna Marzullo (gli altri che lo seguono marzullando festosamente) e se almeno signorilmente c’erano anche Cucuzza e la d’Eusanio sappino lor signori, scorrendone le biografie che di destra costoro non sono, per non dire del citato Fragasso e che se di atteggiamento mafioso si tratta (attenzione all’uso del termine generante querela e grosso risarcimento!) è certamente l’uso che ne fanno costoro dei loro blog o giornali che siano.
A noi resta la certezza che abbiamo visto oltre 500 persone educate e attente e una breve contestazione (liberamente espressasi) in una serata al Cineland di Ostia che mi ha visto premiato, ebbene sì, ma soprattutto per la presenza di tanti amici e persone perbene che ho sentito calorosamente attorno.
Poiché non sono pagato da nessuno e nessuno mai ha potuto mettermi bavagli, non avendo alcun lavoro sotto padrone (rifiutato sin dall’infanzia) posso esprimermi con la certezza di non peccare né di presunzione, né di atteggiamenti che non siano umili e corretti davanti a chi svolge un lavoro, fra tante difficoltà, nel mondo di quella Cultura così difficile da imporsi, in un paese che legge e quel poco che legge forse lo fa male, da un po’ di tempo.