Memorie (quasi vere): Enzo Jannacci



Concerto jazz alla Plaja di Catania
La televisiun la g'ha na forsa de leun
La televisiun la g'ha paura de nisun
La televisiun la t'endormenta cume un cuiun
(Enzo Jannacci, 1975)


L’altro incontro che mi viene ricordato proprio dal ‘Giornale di Sicilia’ attraverso l’intervista fatta da me a Enzo (un’altra sarà di Moravia, mentre quella di Sengor mi verrà tanto accorciata – visto che è un “negro” e per di più sconosciuto al mio capo – che mi rifiuterò di firmarla).
Tre visite in Sicilia, tre incontri.
Precedentemente lo avevo ascoltato a Trastevere a Roma, in via Garibaldi (forse Folkstudio, luogo storico, certo, ma la memoria degli accadimenti tutti non li regge).
Ricordo che vidi per prima cosa i piedi di Enzo sulla tastiera: e fu amore immediato, non solo e non per i piedi!
Uno breve a Siracusa in una sorta di Teatro tenda dove il caos regnò sovrano fino a quando Enzo non iniziò a parlare. Gli organizzatori, forse sinistrorsi e con pochi mezzi o, forse, non in buoni rapporti con le forze dell’ordine o le autorità, non avevano acconsentito al concerto se non con molto ritardo e certamente molte perplessità.
Jannacci? chi era costui? che parla in milanese a noi che siamo siculi e detentori della lingua? Sarà stato così? ma è certo che la lunga attesa e il ritardo ammassarono una folla immane, per la capienza della Tenda non adeguata. Ero con mio figlio Alessandro, tentavo di salvarlo dalla stretta di gambe, braccia, teste, nasi: un finimondo che ad Enzo non sarà sfuggito.
Poi, infine, tutto comincia, ci si scusa e si spiega come sia stato difficile per gli organizzatori avere lo spazio e i permessi. Li avrei santificati (se fossi papa o Crozza, immediatamente).
Chissà se avete mai visto un diavolo su un palco che cambia strumenti, che rompe tutte le corde della sua chitarra afferrando poi quella di uno dei chitarristi che lo accompagnavano, distruggendo pure quella, per qualcosa che definire spettacolo di canzoni è riduttivo, oltreché inutile.
Catania: torna (c’era stato un ‘lieve’ malore a Siracusa).

Tant'è che il ‘Giornale di Sicilia’, per il quale allora scrivevo alcuni articoli su personalità ‘diversamente’ brave, mi autorizzò a fare una intervista di un’intera pagina.
Tutti i suoi testi fra lacrime e risate, uno dopo l’altro, mentre anche il mimo che ha dentro di sé non cessa di muoversi. 5000 persone che non riescono a stare seduti, mai visto, poi, più nulla del genere. Questa volta decide: torna ma al jazz. Con un gruppo di musicisti, uno spettacolare concerto all’aperto nel boschetto della Plaja. Un successo enorme, le sue canzoni o almeno quelle più note come ‘vengo anch'io’ non vengono neanche sfiorate. Ma nessuno rimane deluso.
Mica capita spesso. Ma l’esperienza del concerto è una delle meraviglie del nostro incontro. Conoscevo già l’amico comune Giorgio Gaber e tutte le canzoni di Enzo, anzi amavo proprio le stesse amate da lui. “E… allora concerto” non era uscita da molto. Quel testo mi stava nel cuore in quell’epoca più d’ogni altro.
Volle andare a mangiare nelle bettole vecchie di Catania. Malgrado dicessi che erano misere di tutto e forse anche il vino era pessimo, volle lo stesso andare in quelle. Circondato dai miei amici d’allora fu per tutti un’esperienza umana, non solo musicale.
Mi disse che si sentiva ‘corteggiato’ da mia sorella Adelaide e, in effetti anche lei l’adorava, ma come si adorano i poeti, quelli veri e, lui, più di altri cantautori parlava dei dimessi, degli sportivi colossi impavidi, delle donne cosiddette sposate e scopriva del passato le grandi tradizioni popolari.
con Enzo prima del concerto
Quelli sono stati giorni che non si sono ripetuti con lo stesso Gino Paoli, né con altri, certamente con Leo Ferré sì: stesse emozioni e solitudini, stessi impegni e mai una concessione alla stupidità, a quella stupidità che avrebbe portato al successo.
I suoi musicisti a cena sono stati un grande spasso: mangiavano pollo bevendo cappuccini. Uno penserebbe a chissà quanta birra avrebbero fatto fuori, macché, cappuccini e latte o latte e caffè.
L’accompagnai ad un emittente televisiva che allora si chiamava Telecolor, da Ada Mollica: spero che anche quella trasmissione sia stata conservata. Quando mi hanno spiegato YouTube e ho aperto il mio canale, cercavo le sue canzoni, ce n’erano pochissime, quasi nulla.



Giornale di Sicilia, 5 maggio 1984 
Oggi per fortuna, con quell'altro genio della musica che è il figlio e con tanti amici che ci sono, a centinaia, anche se timidi o prudenti, i suoi brani stanno venendo fuori, se non tutti, quasi tutti.
Infine anche al cinema Jannacci resta se stesso, ovvero chi lo sceglie vuole Enzo, questa persona che sembra stare a proprio agio sia sul palco che in un’osteria, coi grandi e coi piccoli che hanno circondata la sua vita. E molti comici e autori, con lui e l’amico di sempre, Dario Fo, si sono formati e restano i migliori: coloro che all’originalità della risata non aggiungono mai la volgarità, cibo televisivo quotidiano per tutte le reti e generazioni.
Avrei voluto, negli oltre 35 anni che sono passati, rivederlo, stringerlo, dirgli quanto mi avesse insegnato con le sue canzoni ma scambiai telefono e indirizzo con quello che lo accompagnava, forse l’insegnante di karate.
Ho inutilmente scritto nel primo periodo e telefonato: nessun cenno, pazienza: erano importanti i testi e le musiche che in lp di altri tempi sono sempre con me.
Recentemente, altro vantaggio della rete, mi sono collegato con le pagine dedicate a lui e al figlio Paolo e, in qualche modo, articolo, saluti e foto, sono arrivati a sono arrivati a destinazione.
*Questo testo è stato scritto alcuni anni fa: il 29 marzo del 2013 Enzo ci ha lasciato. Quindi quasi un anno fa. Da quel giorno però gli incontri a lui dedicati, le canzoni, i video si sono centuplicati. Ecco perché alla fine i Poeti non muoiono mai: la morte anzi li diffonde ancora di più.
Dal 29 marzo 2013 almeno anche qualche giovane si 'riconoscerà nei testi immortali di Jannacci. Con un grande figlio. Paolo!

La pagina Facebook di Enzo


vedi anche:
http://beppe-costa.blogspot.it/2014/01/memorie-quasi-vere-arnoldo-foa.html
http://beppe-costa.blogspot.it/2014/02/memorie-quasi-vere-alberto-moravia.html
http://beppe-costa.blogspot.it/2014/03/memorie-quasi-vere-alejandro-jodorowsky.html