Dino Ignani poeta della fotografia

foto Dino Ignani (collezione Dark Portraits)
Anni '80, così a naso non sembrano dire granché, se non indicare un certo periodo storico di cui noi tutti possiamo ricordare degli avvenimenti in base alle nostre esperienze e vicissitudini, quindi esperienze circoscritte all'area di pertinenza di ognuno.

Sembra una introduzione inutile questa, ma arrivo subito al punto. In questi giorni è allestita alla galleria Pomo (http://galerie.thepomo.com/) di Milano la mostra fotografica di ritratti della Roma Dark degli anni '80 di Dino Ignani. A prima vista, un occhio non allenato potrebbe non risultarne molto attratto, ma credo che sia perché manca un ingrediente: c'è il bisogno di contestualizzare la mostra nel periodo storico, non soltanto italiano, ma anche mondiale, perché i comportamenti, movimenti culturali riportati in quelle foto, sono naturale conseguenza dell'andamento della questione mondiale di quegli anni.

Negli anni '80 c'è la strage di Bologna, Israele conquista le alture del Golan dalla Siria, in Italia scoppia lo scandalo P2 e loggia massonica, la Thatcher viene rieletta in Regno Unito mentre Craxi diventa premier italiano e non è finita; nell'84 Berlinguer viene colpito da un ictus a Padova, Madonna pubblica “Like a virgin” facendo nascere in tutto il mondo fenomeni di comportamento
adolescenziale, viene eletto Gorbačëv, ci sarà l'apartheid in Sudafrica fino al '93, Černobyl, gli incontri fra Reagan e Gorbačëv, quanto altro ancora? George Bush viene eletto in America, Pinochet viene cacciato, la protesta pacifica di piazza Tienanmen, il muro di Berlino se ne va, come se ne va Ceauşescu dalla Romania, e moltissimo altro, Umberto Eco pubblica Il nome della Rosa, i film dei Blues Brothers, Kubrick e dulcis in fundo il film della Disney La Sirenetta. E ancora Blade Runner, Chi ha incastrato Roger Rabbit, Shining, gli Iron Maiden, Pink Floid, Guns N' Roses e Michael Jackson. Quanta vita negli anni '80, quanta vita ha influenzato e messo lo zampino nei ritratti dark di Dino Ignani.
Amelia Rosselli, foto Dino Ignani (collezione Poeti)

Ecco perché è necessario andare a vedere la mostra di Dino, per rivedere noi stessi negli anni '80, mentre tutto ciò che ho solo nominato stava accadendo, e ci influenzava in bene o in male, capire col senno di poi alcune realtà che nell'immediato non abbiamo capito affatto e infine, solo infine, soffermarsi sulle acconciature e quel colore nero... siamo esseri umani e di conseguenza influenzati dagli avvenimenti della storia che in quegli anni abbiamo subìto e ha indotto in noi determinati comportamenti. Ecco a cosa servono le mostre di fotografia: a ricordarci quello che siamo stati, per capire bene che cosa vogliamo fare da oggi in poi.

Ma non è finita. Dino Ignani è anche il fotografo dei poeti, ha collezionato foto di poeti italiani e non come Amelia Rosselli, Mia Lecomte, Franco Loi, Vivian Lamarque, Dario Bellezza e moltissimi altri, basta visitare il suo sito http://www.dinoignani.net/ per accorgersi del suo lavoro, come la collezione dedicata alla Guinea, svoltasi nel ’95;

Franco Loi, foto Dino Ignani (collezione Poeti)
Dino ha fatto parte di un progetto organizzato per la cooperazione internazionale, per documentare l’allarmante avanzata della deforestazione nella zona nord del paese, fenomeno dovuto soprattutto all’uso di legna per cuocere il cibo. La bellezza della fotografia ingessa ogni espressione, infatti “benché, vivono con pochissime cose, senza elettricità e senza acqua corrente, sembrano soddisfatti, o, almeno, in queste immagini è ciò che appare da quei visi, da quegli occhi, da quegli sguardi intensi e diretti…” ecco, per esempio, che cosa sa portare Dino con la sua fotografia.

Per info: http://www.dinoignani.net/

Stefania Battistella