I have a dream Israel-Palestine

PREMESSA: provo a pensare “ad alta voce” cercando di essere imparziale, senza andare a rivangare molto i fatti accaduti storicamente, non perché non siano importanti, ma per il semplice motivo che ormai sono accaduti e non si possono cambiare, non si possono costruire ragionamenti su ciò che “avrebbe potuto essere”; se invece si vuole fare conversazione oppure opinionismo, ognuno è libero di fare ciò che vuole ma almeno, in questo senso, non è questo il mio obiettivo. Lo stato di Israele esiste, i modi con i quali è stato fondato possono essere discutibili, possono assolutamente essere non condivisibili, ma allo stato attuale non possiamo farci nulla e non voglio pensare al fatto che sia lecito ipotizzare di fare qualcosa per farlo scomparire; se io fossi un ebreo che oggi vive in Israele conducendo una vita normale, e con normale intendo come quella di ognuno di noi, senza ledere a nessuno, questo pensiero mi darebbe molto fastidio, e penserei a come difendermi.
Israele può essere ben vista o mal vista a causa di motivi fondatissimi o assolutamente infondati; lo accetto perché ognuno ha il diritto di farsi l'opinione che vuole. In Israele non vivono solo ebrei, ma anche cristiani, arabi, drusi, ecc. e per questo vorrei precisare che questo "articolo" non vuole parlare dei popoli, tranne quando espressamente specificato, in quanto i popoli sono gli unici che, da sempre, durante le guerre hanno la peggio, quando parlerò di Israele mi riferirò al governo o comunque comportamento politico, non alle persone che vi abitano, stessa cosa per la Palestina.

Momenti storici, come dicevo nella premessa, non possono essere cambiati, volenti o nolenti non si può fare nulla, tutto è tragicamente tale e quale a come si vede ora, questa è la certezza dalla quale c'è il bisogno di partire, ma facendo attenzione e sforzandosi di andare alla fonte del problema. A questo proposito, provo a pensare a cosa si potrebbe fare o comunque quale potrebbe essere la via giusta da intraprendere. L’argomento, ovviamente, è la questione israelo-palestinese.
Il mondo intero è indignato perché Israele sta bombardando Gaza. È giustissimo essere indignati, potrei essere io stessa una persona di Gaza, ma sono nata in altro paese; mi chiedo perché il mondo non si indigna anche quando vengono massacrati i bambini, per esempio, in Sud Sudan; dopotutto i bambini sono tali in ogni parte del mondo.

Mi chiedo “Israele gode a uccidere civili palestinesi?” Voglio pensare di no (ovviamente), cercando di essere imparziale penso che Israele vuole colpire i punti di partenza di missili di Hamas o comunque colpire questa organizzazione, la quale, molto coraggiosamente, fa partire i propri missili da luoghi circondati da case di civili. Non mi pare Hamas abbia molto a cuore il destino dei suoi civili, visto che Hamas è stato eletto in Palestina a maggioranza nel 2006, a meno che non consideri shahid o comunque vittime inevitabili per arrivare al suo scopo tutti i civili che stanno morendo. In altri paesi le aree militari sono ben separate dalle città, ma credo di non poter paragonare la striscia di Gaza con qualsiasi altro paese.

Hamas manda missili su Israele, certo il paragone non regge affatto, perché le forze militari non sono paragonabili, ma perché questa organizzazione ce l’ha tanto con Israele? Alcuni pensano che lo stato di Israele non abbia diritto di esistere semplicemente perché prima degli ebrei in quelle terre già c'erano dei popoli e, fra gli altri, delle concentrazioni di ebrei stessi che lì hanno sempre vissuto in armonia con gli arabi, altri invece pensano il contrario, tutti sappiamo come è nato questo stato e perciò non ci torno sopra, lo stato di Israele esiste ed è un fatto ormai incontrovertibile.

Hamas non riconosce lo stato di Israele non solo perché quella terra non era degli ebrei ma è stata “concessa” a questo popolo in maniera legale dalla dichiarazione di Balfour (dopo la quale l’agenzia ebraica si è data un gran da fare comprando terreni e, ad oggi, molti pensano che Israele abbia semplicemente occupato una terra non sua), ma quanto perché:

Il Movimento di Resistenza Islamico (Hamas) crede che la terra di Palestina sia un bene inalienabile (waqf), terra islamica affidata alle generazioni dell’islam fino al giorno della resurrezione. Non è accettabile rinunciare ad alcuna parte di essa. Nessuno Stato arabo, né tutti gli Stati arabi nel loro insieme, nessun re o presidente, né tutti i re e presidenti messi insieme, nessuna organizzazione, né tutte le organizzazioni palestinesi o arabe unite hanno il diritto di disporre o di cedere anche un singolo pezzo di essa, perché la Palestina è terra islamica affidata alle generazioni dell’islam sino al giorno del giudizio. Chi, dopo tutto, potrebbe arrogarsi il diritto di agire per conto di tutte le generazioni dell’islam fino al giorno del giudizio? Questa è la regola nella legge islamica (shari'a), e la stessa regola si applica a ogni terra che i musulmani abbiano conquistato con la forza, perché al tempo della conquista i musulmani l’hanno consacrata per tutte le generazioni dell’islam fino al giorno del giudizio. (Articolo 11 dello statuto) -fonte memri.org-.

Espansione dall'Islam tra VII e VIII secolo
██ Espansione sotto il profeta Maometto, 622-632
██ Espansione durante il califfato elettivo, 632-661
██ Espansione durante il califfato omayyade, 661-750

Ecco perché Hamas non accetta Israele e, come può, lo combatte. Hamas è stato fondato nel 1987, lo stato di Israele nel 1948; appare evidente che Hamas sia un movimento nato per cacciare Israele e riprendere il territorio Islamico come scritto nello statuto, infatti si legge che è terra destinata all’Islam ogni territorio che sia stato conquistato con la forza, tenendo in considerazione la dominazione islamica nella storia, dovrebbe quindi appartenere all’Islam anche il nord dell’Africa, quasi tutta la Spagna e tutto il Portogallo, tutta la penisola Araba, Iraq, parte della Turchia, Iran, Pakistan, Afganistan, e altre terre.

Ora ho capito perché Israele combatte Hamas, non i palestinesi, ma Hamas. Di contro probabilmente, anzi, azzarderei certamente, Hamas vuole combattere anche i cittadini di Israele, a causa dell’articolo 11 dello statuto appena riportato. Continuando a pensare al punto 11 dello statuto, potrei pensare che se ipoteticamente Hamas fosse situato in Portogallo così come ora si trova in Palestina, la Spagna sarebbe una “Israele analoga”, nel senso che cercherebbe di difendersi da una organizzazione che non fa separazione fra religione e stato, che rivendica appartenenze territoriali relative ad un passato ormai remoto, come se l’Italia rivendicasse i territori dell’Impero Romano.

Le conseguenze di tutto questo vengono pagate dai civili Palestinesi per la maggior parte, sono sotto gli occhi di tutti le immagini e i reportage giornalistici che non lasciano strada libera a qualche altra teoria che non sia morte e distruzione in nome delle terre destinate all'islam. Questo massacro deve finire.

Sappiamo bene che Netanyahu non è assolutamente un santo, ma è furbo. Alla luce di quanto detto fino a qui, lui ha ogni scusa necessaria per fare quello che sta facendo e difendere lo stato di Israele. Finalmente, forse, si fa più chiara una ipotetica soluzione: “se metti l’acqua sotto alla paperetta, questa galleggia; se la togli non galleggia più”.

Intendo dire che l’unico modo, ho ipotizzato, per fermare tutte queste morti di bambini, donne e uomini, è togliere ogni scusa che giustifichi il comportamento di difesa da parte di Israele, Hamas quindi dovrebbe smettere di voler riprendere ogni terra dominata in passato dall’Islam perché questo, se pensiamo solo ed esclusivamente a questa intenzione, prescindendo per un attimo da quello che sta accadendo in Israele e Palestina, appare senza ombra di dubbio civilmente non consentibile così come non lo sarebbe pretendere che l'Italia, per esempio, si riprenda le terre dell'impero romano.

Direi “liberiamo la Palestina da Hamas” ma ricordiamo che i palestinesi alle elezioni legislative del 2006 hanno consegnato loro la maggioranza con il 44% delle preferenze.

Alcuni potrebbero ribattere dicendo che Israele non dovrebbe esistere, perché quello stato è stato creato e fondato senza tenere in considerazione chi prima abitava e viveva in quelle terre, personalmente posso essere d'accordo, ma ad oggi lo stato di Israele esiste e se vogliamo trovare la strada giusta per risolvere la questione, questo argomento non è più utile alla risoluzione delle cose. Possiamo anche dire "boicottiamo Israele" ma così facendo non fermiamo Hamas, non fermiamo Netanyahu, non fermiamo i morti.

Stefania Battistella