Roma mi ha sconfitto così come ogni altro
luogo dove ho abitato.
D'altro canto sono arrivato ad una età che non consente riprese.
La differenza che questa città è ormai diventata un inferno,
come forse tutte le grandi città dove per fare pochi chilometri le auto
impiegano ore e il nervosismo assale chiunque voglia andare da qualche parte o,
peggio, in teatro, al cinema, ad un concerto e non può perché nella capitale
del mondo, le metro chiudono alle ventitré o, come è accaduto per un lungo
periodo alle ventuno. Altri collegamenti fra un quartiere (o paese come appare) all'altro sono inesistenti. Ma questo c'entra poco e ne parlo altrove.
La città che in XIIIa Circoscrizione
viene chiamata ‘Ostia’ nel giugno del 2012 per strane vie del destino, mi
assegna un ‘Premio alla Carriera’. Gradito, certamente, anche se non sapevo di
averla fatta una carriera, visto che ho raccolto meno che nulla.
Ma la serata fu emozionante come mai (o quasi) m'era accaduto. Oltre 500 persone, grazie all'organizzazione di Tonino Colloca e dei suoi
figli. Al Cineland non sono stato capace di dire una sola parola, tanto tremavo
e temevo.
Il momento del dono: con Stefania Battistella e Tonino Colloca |
Per fortuna, come ormai accade da tempo,
per i miei recital mi servo di filmati con musica e, quindi, visto che
era un cinema, fui sovrastato dallo schermo gigante, mentre io, piccolo
infinitamente, ho letto ‘Anche ora che la luna’ e ‘Cenere’. Non essendo abituato ad un così notevole spazio e schermo, non m'ero neanche accorto che il filmato era partito insieme alla luce che mi avrebbe illuminato. Mi sentii al buio e, come faccio sempre, ho tratto dalla tasca una di quelle luci che uso sul leggio dove metto i fogli. Per fortuna non porto il leggio in tasca (visto che non c'era) ma la risata ci fu, chissà pure cosa avranno pensato le persone in sala. Ma mi ripresi: sentivo il sorriso di Tonino alle spalle.
Questo e il Premio Alfonso Gatto del ’90
sono stati i due momenti più ‘strani’ del mio percorso. Grato alla giuria a
Salerno, grato ancora di più allo straordinario coetaneo Tonino che, fino a
quel momento non avevo incontrato ma, che oggi, sento fraterno amico e
‘complice’ della lotta contro la superficialità dell’uso dei termini ‘cultura’
e, nello specifico, ‘poesia’.