L'umanoide contro la natura di Iago

Orsa Daniza
Procediamo con ordine perché l’orsa non è un’assassina, ammettiamo l’errore poiché un fungo non è il killer, consideriamo la forza degli elementi visto che la natura trova sempre un modo nuovo per manifestarsi, ma sopra ogni fatto, rispettiamo la casa che ci ospita. Di questo si tratta e le vicende avvenute in questi giorni sono figlie di uno stupro di gruppo, premeditato e finemente applicato.
L’orsa importata venti anni fa dall’est per ripopolare e salvaguardare la specie… però, Iago (non io l’altro all’inglese) sarebbe stato più buono. Un umanoide va per funghi, si imbatte in un plantigrado con prole e che fa? Invece di andarsene mostra  curiosità e si avvicina, bé sì tipico delle scimmie. Il risultato lo sapete tutti.
Entriamo nel discorso, ma sì dai le parole sono gratuite: il giornalista di parte, quella dei costruttori e agricoltori, dice che l’orsa, prima di redarguire un coglione, è scesa pericolosamente a valle divorando 10 asini. Forse l’hanno confusa con un T. Rex, estinto 65 milioni di anni fa.
Non si può scrivere che noi abbiamo progressivamente invaso il suo territorio, e che basta osservare le foto di quelle zone per vedere come il bosco è colorato dai tetti delle case che lì non ci devono stare, non si può scrivere che quando un orso ha cuccioli sceglie di predare in modo sicuro e indolore, infatti la dipartita dei poveri asini è avvenuta in presenza di bocche da sfamare e non prima.
Sì ma allora non possiamo più andar per funghi? Ma porca puttana (mi scuso se ho scritto “porca”), in alcune zone del globo i patiti di pesca subacquea non oltrepassano le reti di protezione, perché sanno che lo squalo bianco potrebbe indossare la loro muta. Si poteva agire in modo diverso e se non è stato fatto, in base alla cooperazione dei miei due neuroni, concludo che l’orsa doveva morire; in quanto alla dinamica dell’avvelenamento, Poirot sta ancora indagando.
Edwin Chota ucciso a fucilate l'attivista peruviano che difendeva la natura
Sorvoliamo sul potere dinamico dei funghi, che aggrediscono chi li coglie, immaginate la scena: venti funghi velenosi immobilizzano l’uomo, il ventunesimo vola nella sua bocca e in poco tempo lo uccide. La stagione dei funghi sta per iniziare e con puntualità estrema litigo con schiere di scimmie, cugini della scimmia vista sopra, che con il rastrello fanno a pezzi tutti i funghi che non conoscono, in realtà ne conoscono solo tre specie, quelle note come buone.
La loro risposta è disarmante: così nessuno muore. 
L’undicesimo comandamento, in via di stesura, impone: cogli solo quello che conosci. Mi è impossibile poi non aggiungere un refolo di nota alla devastazione biblica a cui ci sottopone la natura ingrata; bombe d’acqua, fiumi in piena e vento scorticante (nel mio giardino ho trovato tre cavallette e due rane, devo preoccuparmi?).
 Abbiamo cementificato in ogni dove, con il beneplacito dei comuni, seguendo le solite vie di autorizzazione. La soluzione c’è, (qui da noi il genio non ha maschere) richiesto lo stato di calamità. Proporrei lo stato di calamita, così da poter prelevare quelle facce di ferro e adagiarle oltre le reti anti-squalo. La colpa è solo nostra. Esistono cose e accadimenti più urgenti che la vita di un’orsa? Falso. Le cose diventano importanti non lo sono a priori. Un popolo se vuole affrontare sfide improrogabili deve iniziare dal rispetto del più debole, il diverso, che in questo frangente si chiama “orsa”, altrove è detto palestinese, ebreo, indiano… genere umano. Dimenticavo: hanno ucciso Edwin Chota, ma questa è un’altra storia.


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