Quanto accade nel mondo dell’editoria è perlopiù risaputo: si
stampano 50.000 titoli l’anno da parte dell’editoria ufficiale, la gran parte
di questi rimangono invenduti e dopo solo pochi mesi finiscono fuori catalogo,
in bancarelle a un euro, a chilo, a scatole.
Poi ci sono altri 60.000 libri gestiti e pagati dallo stesso
autore che, in questo caso, forse almeno finiscono in case di amici (che non li
leggeranno mai, ma ne conserveranno gelosamente la dedica, chissà un giorno
diventi famoso).
fino a poco tempo fa, scatola da riutilizzo |
C’è questo e molto altro ancora come la fuga di tanti autori
dal gruppo Berlusconi verso altri (i più noti Saramago e Bocca) per finire nel
gruppo RCS, Rizzoli è anche risaputo ma, che poi il gruppo venga assorbito –
come tanti altri – sempre da Berlusconi – è meno noto.
Sono state chiuse filiali di editori (ce n’erano almeno una
in ogni capoluogo, prima di Regione, poi
perfino di Provincia). Che gli editori si siano ingigantiti sempre di più via
via che si stampavano più libri e se ne vendevano sempre meno forse – salvo per
gli addetti ai lavori - è poco noto.
E le grandi filiali che concentravano gruppi di editori
sempre più numerosi e sempre meno appetibili? Poco noto anche questo.
Ma, stavolta, vogliamo parlare di scatole, sì di scatole,
quelle di cartone. Se fino agli anni ‘60 i giornali servivano almeno per
incartare i cibi, anche le scatole per imballaggi nel settore dei libri hanno
fatta una brutta fine.
Un tempo si potevano usare una infinità di volte, sempre
più sofisticate con aperture sotto e sopra, in modo che aprirle, piegarle e
metterle da parte per il successivo uso
era la prassi, comodo ed economico.
Ma evidentemente un giorno, come talvolta accade, un genio
la pensò bene!
Perché mai utilizzare esseri umani per fare questo ingiusto
lavoro? Quelli che riempiono le scatole con gli ordini e poi le chiudono con le
loro mani? Perché come in tanti altri casi non usare le macchine e lasciare
queste persone a casa a riposare?
Così nacque la nuova scatola per la gioia dell’editore, fatta
su misura per la macchina. Pensiamo in questo caso ai più grossi naturalmente.
Non ne siamo certi però e quindi non possiamo accusare e neppure premiare
nessuno di questa invenzione: scatola chiusa da ogni lato salvo quello
superiore dove viene applicata con stretto giro di colla resistente un
coperchio. Intuizione da premio Nobel!
Inutile dire quanta fatica per toglierlo, questo coperchio! spezzare il tutto
per riciclarlo nella differenziata. Ed è anche inutile osservare che milioni di
scatole non potranno più essere riutilizzate.
Si sa che il diavolo fa le pentole e non i coperchi ma siamo
certi che questa volta l’idea a un diavolo è venuta, negli incubi notturni
(immaginiamo) affinché potesse essere ricordato per l’eternità.
Si arrabattano ora librai e distributori minori nel
tentativo di recuperale dove possibile, mettendo strisce alternative per
chiuderle: nastro adesivo in quantità, come fa LibroLine di Roma ad esempio.
Riuscire ad aprire una loro scatola, incollata ermeticamente da metri di nastro
e rattoppata alla meglio con altri pezzi di cartone, carta, giornali e
quant’altro riescono a recuperare quelli che questo mestiere hanno fatto (e
ancora è costretto a fare) abituati a quei tempi magri quando ancora si
vendevano i libri e non facevano avanti e indietro fra editore, distributore e
librai. Un sistema di inscatolamento così meccanizzato, evidentemente, può
essere spiegato se pensiamo che i libri sono pericolosi, sì, pericolosissimi e
hanno pensato bene di mettere le macchine a contatto con i libri perché loro
non si ammalano, al massimo si arrugginiscono e basta un po’ di manodopera ed
ecco che la macchina guarisce dalla “librite” e può tornare a contatto con
quella produzione di carta stampata talmente brutta da far ammalare, oppure,
altra spiegazione, perché un libro, anche il più brutto, può essere una strada
verso la libertà dalla schiavitù.
Nel frattempo le famose scatole fanno avanti e indietro dove
gli unici a guadagnare sono così i corrieri e le famose scatole col diavolo per
coperchio hanno un biglietto di sola andata verso la morte!
b. c.