A quelli che scrivono andando troppo spesso a capo

Qualcosa all'inizio mi stupiva. Com'era possibile che chiunque potesse sbattere in faccia, senza chiedere permesso, senza neanche scrivere gentile signore o caro amico, senza un saluto, null'altro che uno stupido link in posta privata per indicare quanto fosse bravo, o per mandare una recensione sul blog di pescorocchiano o una notizia in 'liquida'.
Possibile? Possibilissimo.
Internet è passato da strumento utile per la ricerca, per saperne di più, ad una sorta di televisione o ancora peggio, in uno strumento d'assalto per bisognosi di gloria.
Guardandosi attorno, nella comprensione massima che l'educazione non è da tempo materia di insegnamento, andavo leggendo di donne che lamentavano situazioni ancor più gravi: qualcuna di certo si affaccia su facebook per rinfrancarsi o lamentarsi di delusioni d'amore, lutti di cuore o vicende inspiegabili, almeno qui, penso che il lettore capirà bene anche quando possa accadere.
Ma la gran parte lamentava di ricevere proposte amorose.
Per la verità, ci sono certo cose molto più gravi di quanto descrivo adesso: cronache di non molto tempo fa narravano di donne uccise per essere state scoperte in chat dai mariti che, forse più prudenti, oggi non si lasciano scoprire. Sembra che queste “scoperte” avvengano di meno, vuoi per protezioni comuni come password, o perché in fondo questo tipo d'amore comincia a stancare, ovvero la crisi economica fa crollare anche questo aspetto, sebbene (forse) divertente, della rete (ci si costruiscono scommesse fra amici e turlupinature varie).
Fors'anche perché, almeno io, avendo raggiunta una età poco appetibile per innamoramenti, non le avverto più.
Oppure, più realisticamente, più che all'amante, oggi l'utente è maggiormente interessato ai fan!
Fra pittori, poeti, musicisti se ne contano a migliaia, a milioni che da soli, se unissero le forze, sarebbero perfino capaci di battere l'ISIS, chissà.
Tornando però all'inizio del mio scrivere di oggi è davvero da stupidi, specie per coloro che scrivono andando troppo spesso a capo (senza altro motivo se non quello di accreditarsi poeti), schiaffarti un link, chiederti un mi piace, senza neppure un saluto.
Non dico una lettera, magari scoprendo dove stai di solito (la rete appunto informa su tutto o quasi), ormai metodo da trogloditi che neanche un editore usa più, ma almeno una mail con su scritto appunto: gentile signore, se ha tempo, può dare uno sguardo a ciò che le invio?
Ancora meglio se scritta prima di inviare e magari in calce un buongiorno o, meglio ancora (vista l'età), “mi auguro di trovarla in buona salute!”
Sarebbe certamente per gli scriventi che vanno troppo spesso a capo un buon inizio e, come dire, un buon sano principio.
Certo, ricevo anche delle mail nella posta che appare nelle informazioni, con qualche aggiunta del tipo, la stimo molto e ci terrei, bla bla.
Mi viene più d'un dubbio se lo scrivente avesse mai comprato un libro, persino uno “mio”-
Anche questa sarebbe una buona idea, magari scrivere "ho letto il suo" (e giù il titolo, possibilmente giusto!) con qualche annotazione.
Certo, sarebbe una furbata che quelli che vanno troppo spesso a capo non riescono neppure a immaginare.
Allora visto che usano scrivere, che possano adottare nuove parole, o diverse, emozionanti, utili per l'umanità o almeno per me?

è meglio tornare ogni tanto a 'carta e penna'
A volte hanno bei nomi: Cortese, Gentile, Falene, Cristofante ecc. ma nell'invadere il mio privato non riescono a dire neanche grazie, prego, per cortesia. Eppure non chiedo né mi interessano amicizie da rete, ne ho davvero poche e invito spesso a non chiederne.
Accade persino che, scrivendo sulla pagina di un autore non più vivente, che curo io stesso, si chieda la prefazione e delle gratificazioni, senza curarsi di leggere nelle info che si tratta di un poeta morto 30 anni fa!
Per tutta la vita passata da persona che si occupa della scrittura altrui mi è spesso capitato, malgrado non ci fosse la rete, di scoprire, a naso, alcuni grandi autori che, quando ho potuto, ho anche pubblicato e molti sono stati grati in special modo gli stranieri.
Ma non voglio certamente (come si può pensare!) togliere nulla alla gratitudine di quegli italiani, come per esempio Anna Maria Ortese o Goliarda Sapienza che, purtroppo non ci sono più ma anche Dacia Maraini e Adele Cambria e tanti altri. Ma questi che cito non insegnano né hanno poteri straordinari. Solo la grazia e l’educazione, un tempo fondamentale e d’uso.
Tanti altri no. Ricordo uno dei primi, Tommaso Di Francesco e chi l'ha visto o sentito più, o Pecora, rivisto per caso da Adele a un fine anno.
Fra gli scriventi di righe che spesso vanno a capo manca una cosa indispensabile che fra i viventi più noti è più che presente (Fernando Arrabal) la grazia, il grazie, scusami, prego.
L’essere sincero, troppo, non è utile. Con migliaia di persone incontrate, pubblicate, amate, devo confessare che ad oggi le amicizie vere non arrivano al numero delle dita di “una” sola mano.