Memorie (quasi) vere: Adele Cambria

Memorie (quasi) vere: Adele Cambria













Il 5 novembre ci ha lasciati, ancora una delle poche persone che ho profondamente rispettato.
Ho inserito tanti brani di questo libro inesistente che lei insisteva avrei dovuto completare. Tanti brani che la riguardano. Decido oggi di riportare quanto già scritto alcuni anni fa e non ancora pubblicato in blog, anche se quasi sempre le mie memorie (quasi) vere l'hanno sempre vista presente negli ultimi 40 anni.
A due giorni dalla scomparsa, a parte la notizia della morte, i giornali e la televisione non ne hanno fatto cenno. Molti si meravigliano, io non troppo!
Cliccando QUI trovate il suo blog

Premio Pellicanolibri 1997

Fra il 1990 e il 2001 mi sono venuti a mancare amici ispiratori della mia (chiamata in famiglia) follia.
Da Moravia a Ferré fino a Luce d’Eramo, (pubblicai nel 1997 il suo Raskolnikov e il marxismo), e, in quest’anno, cominciai davvero a sentirmi solo.
Avevo organizzato tante manifestazioni in piazza dall'apertura della libreria fino agli eventi organizzati all'interno della stessa. Non potevamo più pubblicare per difetti di distribuzione e quel poco che riuscivamo a distribuire non ci veniva pagato.
Ma ancora avevo il sostegno dei tanti poeti e amici che ruotavano intorno a noi. Quell’anno fu anche quello della ulteriore separazione dall’ultima convivenza che avesse un qualcosa di umano, cioè una splendida figlia che, poco dopo, venne a vivere con me.
Così, fra mille difficoltà e la scomparsa di chi mi sosteneva ‘spiritualmente’, cessai in piazza e altrove qualsivoglia attività, rinchiudendomi sempre più con la grande fortuna, però, di educare (almeno stavolta) uno dei figli: l’ultima.


In libreria con Goliarda Sapienza

Mi sentivo quindi attorniare dalla normalità del denaro, dei soldi occorrenti e attorno a me non c’era, può dirsi pure, qualcuno che non pensasse al denaro per la macchina o per altro.
La fortuna di sempre: rimaneva instancabile mio figlio Dante, cui poco dopo affidai la libreria e, in parte, la mia vita.
Non avevo più sogni se non quello di pensare a loro, i figli, e stare male per ciò che non avevo potuto fare per loro. Solo Adele Cambria, fra i miei intimi amici della scrittura, rimaneva in attività, ma abitava troppo lontano e ci vollero dieci anni buoni prima che potessi rivederla, ma fu tutto merito dei miei malanni e della rete.

Arrivò il 2006, sembrò il mio turno di andarmene. Dopo un infarto lieve si scoprì un aneurisma addominale. Operato e per molto tempo chiuso in casa, con Marcello Cirillo, amico sempre vicino anche adesso, imparai l’uso del pc e la rete. Mia figlia Karen dovette ritornare dalla madre, ma rimase e rimane sempre vicina (purtroppo Alessandro e Cristina vivono da sempre e Carsoli e non ho avuto che pochi contatti con loro, solo le informazioni che arrivano da Dante che ogni giorno per lavorare si fa ben cento chilometri, avendo scelto di vivere nella cittadina abruzzese).
La rete e il pc dicevo, ed è così che ritrovai forza e dignità di vivere e nuovamente la voglia di battermi per la poesia.
Dopo una qualche corrispondenza e-mail incontrai Fabio Barcellandi e venne l’idea di creare un gruppo di artisti, scelti, fra i migliori (anche umanamente) scovati in rete e così nacquero non solo amicizie che tuttora mi ridanno vita, ma una serie di incontri che ricominciano, appunto, in libreria nel 2007.
Dieci anni dopo, i grandi andati sostituiscono i grandi che arrivano. E così penso di non aver perso il fiuto.

2013 ancora con noi

Fra musicisti e poeti e pittori, un gran numero di affetti, a questi si aggiungono quelli cresciuti nel quartiere dove, nel 1992, avevo, anzi mia madre, aveva voluto aprire la libreria, per me, per fermarmi dai miei pazzi giri. Così crescono Fabio e la sua pittura, Giuliano Perticara con la sua musica e Simone Ciampanella che, lasciato il flauto, si occupa di vari tipi di assistenza dalle carceri alle chiese.
In tutto questo c’è sempre una persona: Paolo Antinori, unico e imprevedibile presente ogni volta in cui, vivendo da solo, mi serva qualcosa. Contadino e fine lettore, insieme a Claudio Giurgola, sono delle presenze costanti nella mia vita da quando vivo a Roma. Questo e su questo sembra si riprenda a vivere. Non sono più né editore, né libraio e neanche riuscirò a scrivere questa biografia seria, per tutto ciò che mi ha circondato.
Adele Cambria, giornalista, scrittrice, attrice di Pier Paolo Pasolini che, rincontrata dieci anni dopo, smaltiti una serie di rimproveri, curiosa della mia ripresa, accetta di affacciarsi al mondo di internet comunicando le sue attività tramite il blog e facebook.
La convinco così a dar vita al suo blog, mezzo che, fino a pochi anni fa, non sapevo neanche io cosa fosse.
Alle parole ‘link’, ‘file’ che dice Marcello Cirillo, rispondo alterato: «perché non parli italiano?!».
Impiegherò anni per capirlo e ora che ritengo di esserci quasi riuscito, penso che se questo mezzo fosse stato nella mia disponibilità negli anni sessanta, la mia attività editoriale, forse, sarebbe continuata, sfruttando la sua enorme potenzialità.
Avevo incontrata Adele qualche anno prima, agli inizi degli anni ‘80, presentatami da Dario Bellezza in uno dei miei pellegrinaggi fra Roma e Catania e, nell’‘86, pubblico il suo primo romanzo ‘Nudo di donne con rovine’ che, penso, gli abbia fatto avere più d’un guaio nella sua famiglia, ma di questo ne parla nella sua biografia ‘Nove dimissioni e mezzo’. L’anno prima eravamo riusciti a far applicare la legge Bacchelli per Anna Maria Ortese, tentammo, sempre con Adele, di fare la stessa cosa per Amelia Rosselli, Dario Bellezza, Goliarda Sapienza, ma fu inutile: Amelia si suicidò prima, gettandosi dal sesto piano di via del Corallo, dove viveva. (Nell’aprile del 1994 era morto Ruggero Orlando abitante nella stessa via che frequentavo parecchio).
Goliarda Sapienza era stata in carcere, volendolo in certo modo, per avere rubato gioielli alla cognata e Dario Bellezza era gay e quindi non ci sarebbe stata "Bacchelli" a prescindere.
Insomma non mi occupai più di questa legge di cui intanto ne usufruivano altri più stretti alle solite manovre politiche.
Poi non avevo né soldi né telefono per continuare a fare battaglie e per giunta da solo.
Vissi non so come e con quali soldi ma è certo che ai miei figli che erano già tre non avevo potuto dare nulla: qualcuno mi chiamava poeta ma avrei preferito, come diceva nonna, essere un idraulico.
O almeno la definizione di ‘distributore automatico di parole’ perché in effetti ero peggio di un avvocato: qualsiasi cosa mi si chiedesse, la mia proverbiale ‘parlantina’ mi toglieva dai guai.
Solo che per un bel po’, dieci anni, appunto, caddi nel silenzio. Parlando solo con Karen e Dante per le necessità più impellenti.
Tantissimi sono e saranno gli incontri con Adele, la sua energia non le impedisce, malgrado l’età, di continuare a combattere con la forza della sua scrittura.
Su Youtube trovate tante registrazioni che la riguardano, alcune anche nostre, qui una delle splendide serate con Adele in Libreria